Trasfigurazione Parma












La poesia della settimana

a cura di Elisabetta Melegari


La poesia è un grido dell’anima che giunge dritto al cielo.
Riscalda i cuori raggelati dal dolore.
Rassicura le menti offuscate dal dubbio.



Questa piccola rubrica ha lo scopo di far risaltare le note armoniose che abitano dentro di noi, eco della Parola vivente che sostiene l’universo.
Ci è stata donata una voce e quella voce è divenuta parola. Una parola che si fa vibrante quanto più silenzio vero la circonda. Nell’intreccio di queste mirabili realtà, suono e silenzio, scaturisce la poesia: canto supremo dell’anima che svela l’indicibile che alberga nel cuore degli uomini.
Ogni settimana vi proporremo un testo poetico con una breve introduzione. Buona lettura.




Settimana dal 12.03.21 al 18.03.21


Risonanze

Partono astronavi alla scoperta di nuovi mondi come se questo pianeta che abitiamo non fosse bastevole per i nostri sogni. Ma poi ritornano, richiamate dall’armonia che aleggia ora lieve, ora esuberante sugli immensi spazi accarezzati dal sole. Come fare a meno di questo straordinario pianeta, ancor oggi misterioso, delle sue morbide colline, le sue aspre scogliere, le cime innevate, i turbinosi venti, le torride estati? Ogni nostra cellula è impregnata della sua fantasmagorica alchimia, acqua terra fuoco, del suo inarrestabile morire per rinascere in un tempo senza confini.



EUGENIO MONTEJO – Soltanto la terra


A tutti gli astri conduce il sogno
ma solo sulla terra ci svegliamo.
Addormentati flottiamo nell’etere,
navi invisibili ci trascinano
verso mondi remoti
ma soltanto sulla terra si aprono le palpebre.
La terra amata giorno dopo giorno,
meravigliosa, errante,
che da così lontano porta il sole sulle spalle
e lo offre alle nostre case.
Sarò sempre fedele alla notte
e al fuoco di tutte le stelle
ma viste da qui, non potrei
andarmene: non so abitare in un paesaggio diverso.
Neanche con la morte lascerei
che le mie ceneri escano dai suoi campi.
La terra è l’unico pianeta
che preferisce gli uomini agli angeli.
Più che il silenzio della tomba
temo l’ora della resurrezione:
troppo spaventoso
è svegliarsi domani da un’altra parte.





Eugenio Montejo (da TERREDAD – Ed. Sibilina – Siviglia – Spagna – 2009- trad, A. Brandolini).