Trasfigurazione Parma












La poesia della settimana

a cura di Elisabetta Melegari


La poesia è un grido dell’anima che giunge dritto al cielo.
Riscalda i cuori raggelati dal dolore.
Rassicura le menti offuscate dal dubbio.



Questa piccola rubrica ha lo scopo di far risaltare le note armoniose che abitano dentro di noi, eco della Parola vivente che sostiene l’universo.
Ci è stata donata una voce e quella voce è divenuta parola. Una parola che si fa vibrante quanto più silenzio vero la circonda. Nell’intreccio di queste mirabili realtà, suono e silenzio, scaturisce la poesia: canto supremo dell’anima che svela l’indicibile che alberga nel cuore degli uomini.
Ogni settimana vi proporremo un testo poetico con una breve introduzione. Buona lettura.




Settimana dal 9.04.21 al 15.04.21


Risonanze

La Storia è come un frondoso albero: chiede un suolo tenace e fertile in cui radicarsi per poi uscire allo scoperto e lanciarsi verso un cielo di futuro. Non è facile la sua crescita: venti, gelate ed arsure costringono i suoi rami ad aggrovigliati passaggi ma, infine, foglie tenere di speranza occhieggiano al sole che ogni giorno rinasce. Così, contorte e avviluppate, sono la vita e le lotte dei popoli latinoamericani, cantate dal poeta cileno Neruda: anelito di libertà, aspri combattimenti, sconfitte, smarrimenti. Sempre, però, si rinnova la speranza di rivedere luce tra le ombre.



PABLO NERUDA – Verrà il giorno (sez. IV - I Liberatori)


Liberatori, in questo crepuscolo
d'America, nella oscurità
spopolata della mattina,
vi consegno la lista infinita
dei miei popoli, la gioia
d’ogni ora della lotta.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
                   Avete visto
nelle sere l’oscura spelonca
del fratello?

                   Avete attraversato
la sua vita tenebrosa?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Raccogliete dalle terre il palpito
confuso del dolore, le solitudini,
il grano dei poderi dilaniati:
qualcosa nasce sotto le bandiere:
la voce antica di nuovo ci chiama.
Calate alle radici minerali,
e alle cime del metallo deserto,
toccate la lotta dell’uomo in terra,
attraverso il martirio che rovina le
le mani destinate alla luce.

Non rinunciate al giorno che v’offrono
i morti che lottarono. Ogni spiga
nasce da un chicco affidato alla terra,
e, come il grano, il popolo infinito
unisce radici, accumula spighe,
e in mezzo alla tormenta scatenata
sale alla chiarità dell’universo.





P. Neruda (da CANTO GENERALE – Accademia Sansoni Editori – Milano – 1970).