Trasfigurazione Parma












La poesia della settimana

a cura di Elisabetta Melegari


La poesia è un grido dell’anima che giunge dritto al cielo.
Riscalda i cuori raggelati dal dolore.
Rassicura le menti offuscate dal dubbio.



Questa piccola rubrica ha lo scopo di far risaltare le note armoniose che abitano dentro di noi, eco della Parola vivente che sostiene l’universo.
Ci è stata donata una voce e quella voce è divenuta parola. Una parola che si fa vibrante quanto più silenzio vero la circonda. Nell’intreccio di queste mirabili realtà, suono e silenzio, scaturisce la poesia: canto supremo dell’anima che svela l’indicibile che alberga nel cuore degli uomini.
Ogni settimana vi proporremo un testo poetico con una breve introduzione. Buona lettura.




Settimana dal 29.01.21 al 4.02.21:


Risonanze

Prove, incomprensioni, ostacoli, sofferenze gettano sulle nostre vite un’ombra di sconforto e di impotenza. Tutto si rabbuia e perde consistenza: il pianto, lo smarrimento, la desolazione possono trovare uno sbocco? Solo un disarmato uomo in ricerca riesce a scorgere un senso laddove niente sembra avere più valore.
Ogni esperienza vagliata con cura permette di riconoscere nei lampi di fuoco di un tramonto – fallimento i riverberi di una rinascita apportatrice di pace. "Chi semina nel pianto, nella gioia mieterà: chi porta il sacco della semente se ne va con lacrime, ma come canterà di gioia quando tornerà, le spalle cariche dei propri covoni". (Salmo 126, 5 -6).



SERGEJ ALEKSANDROVIČ ESENIN – Non invano hanno soffiato i venti


Non invano hanno soffiato i venti,
non invano c’è stata la tempesta.
Un misterioso qualcuno ha colmato
i miei occhi di placida luce.

Qualcuno con primaverile dolcezza
ha placato nella nebbia azzurrina
la mia nostalgia per una bellissima,
ma straniera, arcana terra.

Non mi opprime il latteo silenzio,
non mi angoscia la paura delle stelle.
Mi sono affezionato al mondo e all’eterno
come al focolare natio.

Tutto in esso è buono e santo,
e ciò che turba è luminoso.
Schiocca sul vetro del lago
il papavero rosso del tramonto.

E senza volerlo nel mare di grano
un’immagine si strappa dalla lingua:
il cielo che ha figliato
lecca il suo rosso vitello.





S. A. ESENIN (da Poesia russa del Novecento – Ed. GUANDA – Parma 1954).