Trasfigurazione Parma












La poesia della settimana

a cura di Elisabetta Melegari


La poesia è un grido dell’anima che giunge dritto al cielo.
Riscalda i cuori raggelati dal dolore.
Rassicura le menti offuscate dal dubbio.



Questa piccola rubrica ha lo scopo di far risaltare le note armoniose che abitano dentro di noi, eco della Parola vivente che sostiene l’universo.
Ci è stata donata una voce e quella voce è divenuta parola. Una parola che si fa vibrante quanto più silenzio vero la circonda. Nell’intreccio di queste mirabili realtà, suono e silenzio, scaturisce la poesia: canto supremo dell’anima che svela l’indicibile che alberga nel cuore degli uomini.
Ogni settimana vi proporremo un testo poetico con una breve introduzione. Buona lettura.




Settimana dal 23.04.21 al 29.04.21


Risonanze

Il presente è un minuscolo puntino di un infinito e invisibile filo che congiunge passato e futuro. Sempre in movimento, sempre etereo, il tempo non riesce a fermare il rotolare di quel momento che dal futuro precipita rapido nel passato, quasi senza respiro. Bene interpreta questa inevitabile caduta dell’attimo fuggente il poeta messicano Paz, premio Nobel 1990; ma anche in quel tempo così "puntuale" la vita risalta e parla.



OCTAVIO PAZ – Tra l’andarsene e il restare (da Albero interiore – 1976- 1987).


Tra l’andarsene e il restare dubita il giorno,
innamorato della sua trasparenza.
La sera circolare è già baia;
nel suo quieto viavai oscilla il mondo.
Tutto è visibile e tutto è elusivo,
tutto è vicino e tutto è intoccabile.
I fogli, il libro, il bicchiere, la matita
riposano all’ombra dei loro nomi.
Palpitare del tempo che nelle mie tempie ripete
la stessa ostinata sillaba di sangue.
La luce fa del muro indifferente
uno spettrale teatro di riflessi.
Nel centro di un occhio mi scopro;
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.
Si dissipa l’istante. Senza muovermi,
io resto e me ne vado: sono una pausa.





Octavio Paz (da OCTAVIO PAZ, IL FUOCO DI OGNI GIORNO – Ed.Garzanti –Milano - 1992).